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Come vendere su Amazon, Facebook ed eBay

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Come vendere su Amazon, Facebook ed eBay

Vendere sui marketplace: strategie efficienti e consigli utili

Aprire un negozio on line: opportunità e vantaggi

Al giorno d’oggi sempre più imprese decidono di vendere i propri prodotti o servizi on line tramite piattaforme digitali.

Affidarsi infatti ai vari marketplace digitali (cioè a dei varie propri “spazi virtuali” che hanno come obiettivo quello di mettere in contatto aziende o venditori con potenziali clienti) permette una serie di vantaggi di non poco conto: in primis di estendere veramente a tutti il proprio business: se il negozio tradizionale ha come riferimento potenziali clienti solo su un determinato territorio, un marketplace digitale ha potenzialità geografiche praticamente illimitate.
Una piattaforma consente inoltre maggiore visibilità, e anche questo è un aspetto importante da considerare quando dobbiamo metter in mostra un determinato prodotto.
Inoltre, un marketplace digitale gestito da terzi consente di risparmiare i costi di apertura e gestione di un sito internet e spesso permette di affidare loro la parte logistica della vendita, dallo stoccaggio dei prodotti alla spedizione.
Purtroppo però non basta investire sulla realizzazione di un sito e-commerce oppure su un’utenza per incrementare subito le vendite, ma è fondamentale affidarsi a professionisti come gli ingegneri informatici di Cs-Cart Italia che possano darti consigli oppure elaborare per te una vera e propria strategia di business online con integrazione marketplace anche con la realizzazione di un ecommerce multivendor personalizzato.

In questo articolo potrai trovare alcuni consigli utili per avviare oppure semplicemente organizzare al meglio il tuo business on-line su alcune delle più importanti piattaforme digitali che gestiscono la compravendita di prodotti ovvero Amazon, Facebook ed e-Bay.

Posso vendere sia come privato che come azienda?

Assolutamente sì. Su tutte e tre le piattaforme sopra citate è possibile vendere sia come privato, e quindi senza aprire alcuna partita IVA, sia come azienda più o meno strutturata.
Ovviamente ci sono delle differenze tra le due opzioni.
Su Amazon, ad esempio, i privati si possono registrare solo con un account base con un limite massimo di vendita fissato in 40 oggetti mensili.
Questo account è quindi pensato per chi vuole utilizzare il marketplace in modo sporadico e non strutturato infatti non ha un costo di abbonamento, Amazon addebita costi (commissione) solo in caso di vendita.
Più o meno la stessa differenza che è presente su uno dei social network più famosi, ovvero Facebook.
Anche qui c’è la possibilità di vendere oggetti o prodotti tramite la funzione Facebook Shop (ex vetrina) e il marketplace. Mentre quest’ultimo è più adatto per venditori occasionali, piccoli artigiani che vogliono vendere le loro creazioni o privati senza partita Iva, Facebook Shop è consigliato invece per le aziende, in quanto si tratta di un vero e proprio negozio digitale dove si può concludere un acquisto sia all’interno di Facebook, oppure indirizzando l’utente verso siti esterni.
Anche su e-Bay è prevista una netta distinzione tra un account privato e account da venditore professionale (account business).
Utilizzando l’account personale e-Bay ti consente di pubblicare fino a 50 inserzioni al mese gratuitamente.
Diverso è il discorso per l’account business: trattandosi di un negozio vero e proprio e-Bay richiede il pagamento del servizio ma offre tre pacchetti di abbonamento: negozio Base, Negozio Premium, Negozio Premium Plus.

Aspetti fiscali della vendita tramite marketplace

Per vendere on line non è necessariamente richiesta l’apertura di una partita IVA; o almeno non è richiesta per le attività di vendita sporadiche, occasionali e comunque non strutturate.
In pratica, in Italia, è previsto l’obbligo di partita IVA per quelle attività che – dice la legge – hanno la caratteristica della continuità ed abitualità. Il legislatore si è però dimenticato di precisare cosa volesse intendere con questi aggettivi quindi, il tutto, deve sempre essere contestualizzato e valutato caso per caso. Sicuramente la differenza non è data da un criterio reddituale.
Un’attività diventa struttura (e richiede l’apertura di una partita IVA) quando non solo è organizzata, ma è anche svolta in modo continuativo e professionale.
In pratica, se utilizzo un marketplace per vendere miei oggetti personali, magari usati, non è necessaria la partita Iva perché quegli oggetti sono già di mia proprietà e soprattutto non si tratta della mia attività professionale prevalente. Se invece produco o acquisto da terzi oggetti esclusivamente per rivenderli, a questo punto si viene a creare un’attività strutturata e continuativa e quindi è richiesta la partita IVA.