Investire, da sempre, è una priorità per ogni cittadino italiano, popolo avvezzo al risparmio più di qualsiasi altro popolo al mondo. Non è casuale, di conseguenza, che il nostro paese, nonostante un debito pubblico abnorme, il secondo per dimensioni dopo quello greco, sia ancora considerato uno dei più importanti al mondo. Il risparmio privato, in tal senso, fa la differenza.
Dove allocano le proprie risorse finanziarie gli abitanti del Belpaese? Storicamente, i titoli di stato hanno rappresentato un porto sicuro, grazie anche rendimenti a doppia cifra. Altri tempi. L’Italia, all’epoca, viveva ben oltre le proprie possibilità, anche se i cittadini, grazie ad un diffuso benessere, non se ne rendevano conto.
Negli ultimi vent’anni, però, è arrivato il conto da pagare. Assai salato. E con l’ingresso nell’euro, e la perdita di parte della propria autonomia di Banca Italia, la dinamica dei tassi è stata appannaggio della Banca Centrale Europea. Un bene, indubbiamente, per la stabilità economica del nostro paese, da sempre esposta fortemente alle aggressioni dall’esterno, come accadde in principio degli anni ’90 con l’azione speculativa in borsa di Soros. Un “male”, invece, per i rendimenti dei nostri titoli di stato, che non torneranno mai ai livelli degli anni ’80 e scesi drasticamente.
Oggi, investire in un titolo di stato come il BTP garantisce un rendimento poco appetibile. E costringe, di conseguenza, l’investitore italiano ha diversificare i propri investimenti, abbracciando anche mercati fino a pochi anni fa inesplorati, come gli azionari e gli ETF, oppure ricorrere alla sottoscrizione di fondi comuni di investimento, estremamente efficaci dal punto di vista della diversificazione del rischio anche se, talvolta, troppo onerosi.
La discesa dei rendimenti dei titoli di stato, però, ha portato anche dei benefici. E quello già citato della diversificazione nell’allocazione delle proprie risorse finanziarie, ad esempio, è forse il maggiore, che va incontro ad un concetto, a dir poco fondamentale, dell’educazione finanziaria di ogni singolo cittadino.